I ribelli Houthy con la chiusura del Canale di Suez hanno provocato un calo del 90% delle spedizioni di merci su navi container

Il cosiddetto Occidente industrializzato non sta perdendo solo la guerra in Ucraina. Anche nel Mar Rosso la situazione volge al peggio

Non se ne parla. Ed è anche logico. Perché nel Golfo di Aden l’Occidente al gran completo viene ogni giorno umiliato dai ribelli Houthi (foto sopra tratta da Il Fatto Quotidiano). Abbiamo affrontato l’argomento più volte (qui un nostro articolo). L’obiettivo dei ribelli è chiudere il Canale di Suez alle navi commerciali occidentali. Loro, i ribelli, dicono che vogliono bloccare le navi israeliane. In realtà, bloccano quasi tutte le navi occidentali. Un canale telegram cita un articolo dell’Antidiplomatico dove si sottolinea che i ribelli Houthi, tra il Dicembre dello scorso anno e il Febbraio di quest’anno hanno provocato un calo del 90% delle spedizioni su navi container. Un disastro. Per impedirlo gli occidentali – in testa Stati Uniti d’America e Unione europea – hanno inviato navi da guerra che, fino ad oggi, hanno rimediato terribili brutte figure. I ribelli Houthy sono guerrieri dello Yemen schierati contro Israele. Sono appoggiati da Israele, dalla Russia e dalla Cina. Per questo semplice motivo inviare navi da guerra per bloccarli è una stupidaggine: e infatti gli Houthi, fino ad oggi, hanno avuto la meglio. Fanno costretto e continuano a costringere le navi petroliere, le navi gasiere (sono le navi che trasportano gas liquefatto) e, in generale, quasi tutte le navi commerciali occidentali dirette in Europa ad allungare il tragitto passando dal Capo di Buona Speranza, facendo schizzare all’insù i prezzi di petrolio, gas liquefatto e altri prodotti. Lo stesso discorso vale per i prodotti che i Paesi dell’Unione europea debbono inviare nei Paesi del Sudafrica e nei Paesi che si affacciano nell’Oceano Indiano e nell’Oceano Pacifico: anche questa navi non possono passare dal Canale di Suez ma debbono passare dallo Stretto di Gibilterra, circumnavigare l’Africa e spendere una barca di soldi in più.

Tre navi colpite dai ribelli Houthi negli ultimi giorni. Migliaia di navi commerciali sono costrette a circumnavigare l’Africa percorrendo 11 mila miglia marine in più all’andata e 11 mila miglia marine in più al ritorno con uno spaventoso aumento di CO2 nell’atmosfera

In questi giorni gli Houthi sono stati molto attivi. Come leggiamo su un canale Telegram, hanno attaccato varie navi nel Golfo di Aden (foto sopra tratta da Wikipedia). Nel post del canale Telegram si cita CENTCOM, struttura militare statunitense: “Entrambi i missili hanno colpito la M/V Verbena, una nave battente bandiera di Palauan di proprietà ucraina e gestita da Polonia”. Gli Houthi hanno confermato l’attacco, sempre su Telegram: “Le forze navali, missilistiche e UAV delle Forze Armate yemenite e con l’aiuto di Allah l’Onnipotente hanno effettuato tre operazioni militari nelle ultime 24 ore. La prima operazione effettuata dalle forze missilistiche nel Mar Arabico contro la nave ‘Verbena’ e il colpo è stato preciso, causando l’incendio. Gli Houthi hanno anche affermato che il loro equipaggiamento ha colpito direttamente la nave SeaGuardian battente bandiera delle Isole Marshall e la nave portarinfuse battente bandiera liberiana Athina nel Mar Rosso”. Questi attacchi, ovviamente, scoraggiano gli armatori che si guardano bene dal far passare dal Ma Rosso le proprie navi che arrivano dall’Oceano Indiano e dall’Oceano Pacifico. Per evitare problemi preferiscono circumnavigae l’Africa passando dal capo di Buona Speranza. Questo, però, significa allungare il tragitto percorso dalle navi con circa sette giorni di navigazione in più. Secondo L’Antidiplomatico, questo ‘scherzetto’ costerebbe ad ogni nave un milione di dollari in più. Ovviamente, coloro i quali sostengono che il riscaldamento globale della Terra sarebbe il frutto della combustione degli idrocarburi e del contestuale aumento della CO2 tacciono, perché l’immissione nell’atmosfera di anidride carboinica da parte delle migliaia di navi che percorrono 11 mila miglia marine in più all’andata e 11 mila miglia marine al ritorno è spaventoso. Ma anche questo fa parte del rincretinimento dell’Occidente che si è impegnato a ridurre le emissioni di CO2 con le auto elettriche…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *