In Basilicata Azione e Renzi fanno stravincere il centrodestra. Franano i grillini. Mentre sulle elezioni europee incombe l’ombra della Russia di Putin che potrebbe sferrare il ‘colpo gobbo’

Le elezioni regionali confermano la disgregazione del Terzo polo

I risultati delle elezioni regionali in Basilicata ci danno l’opportunità di fare il punto della situazione sulla politica in Italia. Com’era prevedibile in questa Regione ha vinto il centrodestra. Ma ha vinto grazie ai voti di Azione di Carlo Calenda e di Orgoglio lucano, lista sostenuta da Matteo Renzi. Insieme queste due liste hanno preso il 15% circa dei voti e hanno garantito al centrodestra una vittoria netta. La Basilicata è una Regione di poco più di 560 mila abitanti. A votare si è recato meno del 50% degli elettori aventi diritto. Non è, insomma, un risultato elettorale rappresentativo della popolazione italiana. Ma qualche tendenza che si ripete c’è: per esempio, la frana elettorale del Movimento 5 Stelle che perde, ancora una volta, il 50 per cento dei voti circa. Una seconda tendenza – che ormai è realtà – è la disgretazione del Terzo polo, con Calenda e Renzi che sembra abbiano abbandonato definitivamente il centrosinistra. Il più forte sembrerebbe Renzi, mentre il risultato di Azione di Calenda sembra essere stato in larga parte influenzato dalla confluenza in questo partito di Maurizio Pittella, già presidente della Regione Basilicata ai tempi in cui era un esponente del PD. Trattato male da questo partito, è andato via e si è tolto una bella soddisfazione contribuendo a far perdere il centrosinistra.

Proviamo a illustrare perché le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo potrebbero essere sospese

Le ultime elezioni regionali in Basilicata, in Abruzzo e in Sardegna ci consegnano un quadro fortemente condizionato dall’astensionismo, con il centrosinistra che perde ‘pezzi’. Una tendenza che si farà sentire anche alle elezioni europee di Giugno, sempre che si vada a votare. Lo scriviamo da mesi e lo ribadiamo ancora una volta: noi mettiamo anche nel conto l’ipotesi, tutt’altro che remota, che le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo vangano sospese a causa della guerra in Ucraina dove non gli ucraini ma tutto l’Occidente è in grande affanno. Anche se l’informazione non lo racconta, in Germania – per citare un esempio – ci sono molte lamentele per il numero di profughi ucraini che stanno mettendo in grande difficoltà il Governo tedesco. Una situazione paradossale, se si pensa che la Germania, negli ultimi dieci anni e forse più, è stata molto vicina alla Russia, una Germania che oggi è costretta a combattere contro lo stesso Paese di Putin. Non solo gli eventi hanno costretto il Governo tedesco a interrompere i rapporti politici ed economici con la Russia ma oggi la Germania sta ospitando il maggior numero di profughi arrivati dall’Ucraina, Paese in guerra contro la Russia.

La Russia di Putin ha la possibilità di seminare il caos in Europa per spianare la strada ai cosiddetti ‘Populisti’, penalizzando Popolari, Socialisti e Verdi oggi al governo della Ue

La situazione è estremamente complicata, anche se se ne parla poco. Dovrebbe fare riflettere il fatto che il Parlamento americano (per la precisione la Camera dei Rappresentanti), dopo mesi di polemiche, ha approvato il pacchetto di aiuti da 600 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina. E’ evidente che gli statunitensi sono preoccupati. Il presidente della Russia Putin, da parte sua, ha interesse a seminare il caos nell’Occidente e, in particolare, nell’Unione europea. Che succederebbe – la nostra è un’ipotesi – se i russi, quindici giorni prima del voto per le elezioni europee, dovessero entrare a Kiev? A parte il clamore, l’Unione europea, su probabile spinta americana, sarebbe costretta a inviare militari in Ucraina. Ci sarebbero proteste popolari e gli attuali governanti della Ue – Popolari, Socialisti e Verdi – chiederebbero il rinvio delle elezioni, perché il voto li penalizzerebbe. La stragrande maggioranza della popolazione europea, oltre che essere contraria agli insetti a tavola e a quasi tutte le trovate balzane e affaristiche del cosiddetto Green Deal, è contraria alla guerra. Andando al voto dopo aver inviato militari in Ucraina, o comunque dopo aver accettato l’idea della partecipazione diretta della Ue alla guerra contro la Russia farebbe perdere tantissimi voti a Popolari, Socialisti e Verdi. Di fatto, l’Europa finirebbe nelle mani dei cosiddetti ‘Populisti’. E siccome non è improbabile che la Russia di Putin – che ha già distrutto le centrali elettriche di tantissime città piccole e grandi dell’Ucraina – punti su Kiev per prenderla o per metterla a ferro e fuoco, ecco che il rinvio delle elezioni europee si potrebbe materializzare.

Foto tratta da Il Foglio

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