In Canada vogliono introdurre il suicidio assistito per i bambini gravemente ammalati anche senza il consenso dei genitori

Per la cronaca, in Canada l’eutanasia è legalizzata. Perché l’Italia, che poco più di un mese fa ha cercato di salvare la bambina inglese poi soppressa, intrattiene rapporti con questo Paese?

Eutanasia per i bambini ammalati? Se ne discute in Canada, un Paese che non finisce mai di stupire. La questione eutanasia da introdurre come oggetto di dibattito tra i bambini è stato trattato nell’Aprile scorso in un articolo pubblicato dal quotidiano Avvenire. Ne torniamo a parlare perché sulla rete abbiamo letto alcuni post che raccontano del rapporto tra eutanasia e bambini in Canada. Partiamo dall’articolo di Avvenire che, otto mesi fa, si soffermava su un libro illustrato, destinato ai bambini di questo Paese: “La grafica è semplice e accattivante – leggiamo nell’articolo -: poche pagine, caratteri grandi, colori vivaci, disegni essenziali. Può sembrare un libretto per i compiti delle vacanze. Invece si tratta di un manuale sul suicidio assistito per bambini tra 6 e 12 anni. Lo ha edito in formato digitale il portale Canadian Virtual Hospice con fondi governativi”. Il volume è stato dato alle stampe nel 2022 e illustra il Maid, sigla che sta per Medical Assistance in Dying, ovvero assistenza medica per morire. (sopra, foto tratta da Vatican News).

Avvicinare i bambini all’eutanasia: questo è normale?

Perché avvicinare i bambini all’eutanasia? Stando sempre a quanto leggiamo nell’articolo, per abituarli a distaccarsi dalle persone adulte che decidono di morire. Con l’ulteriore spiegazione che chiunque ha compiuto 18 anni, se lo desidera, può ricevere l’assistenza per andare all’altro mondo. Una pratica che viene autorizzata solo in presenza di “malattie gravi o di disabilità che fanno male al corpo e alla mente”. Nel volume destinato ai bambini si precisa che si muore dolcemente senza sentire dolore. Il libro – ribadiamo, per bambini – si presenta come una sorta di ‘scandaglio psicologico’. Si pone ad esempio la domanda: “Hai idea del perché quella persona vuole morire?”. E si raccomanda ai bambini di non chiedere ai chi ha optato per l’eutanasia di ripensarci. “Per quanto sia sempre possibile cambiare idea – leggiamo nell’articolo che cita il libro – la persona che sta scegliendo il suicidio medicalmente assistito probabilmente lo desidera fortemente”. Alla fine del libro, leggiamo sempre su Avvenire, si “indaga persino il desiderio di stare accanto, di persona o in video call, alla persona che riceve l’eutanasia: «Cosa gli porteresti?», «ti piacerebbe che qualcuno scattasse una fotografia?»”.

Per fortuna anche in Canada c’è chi si oppone e accusa l’attuale Governo di voler preparare il terreno che apre all’eutanasia per i minori

Tutti d’accordo con il Governo che ha patrocinato questa iniziativa? No. Il finale dell’articolo di Avvenire è agghiacciante: “L’obiettivo (non dichiarato) del libretto, accusano, è anche preparare il terreno alla riforma che apre all’eutanasia per i minori. Forti sono le pressioni esercitate sul governo in questa direzione. A Ottobre scorso, per esempio, l’Ordine dei medici della provincia francofona del Quebec si è espresso a favore dell’eutanasia per i neonati gravemente disabili. La Commissione parlamentare che lavora alla revisione della legge in vigore, una tra le più permissive al mondo, si è spinta pure oltre. Nel rapporto presentato alle Camere il 15 Febbraio il suicidio assistito è raccomandato per i bambini gravemente ammalati per i quali la morte è «ragionevolmente prevedibile», anche senza il consenso dei genitori“. Pensate un po’ alla differenza siderale tra Canada e Italia. Il nostro Paese, poco più di un mese fa, si è mobilitato purtroppo senza successo per tenere in vita Indi Gregory, la bimba inglese di 8 mesi affetta da una malattia mitocondriale che i medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e i giudici britannici hanno definito irrimediabile: bimba che è stata soppressa interrompendo le cure. E l’Italia continua a intrattenere rapporti politici e commerciali con un Paese come il Canada nel quale si discute di eliminare i bambini gravemente malati.

Del Canada di oggi salviamo solo la letteratura

Ne approfittiamo per dire che, del Canada attuale, non condividiamo nulla, a parte La versione di Barney, straordinario romanzo di Mordecai Richler (ma anche Solomon Gursky è stato qui non è male: anzi è un romanzo da leggere). Non condividiamo il grano canadese, duro e tenero; non condividiamo il CETA, un trattato commerciale tra Unione europea e Canada che i governanti europei hanno applicato e continuano ad applicare fregandosene del fatto che non è stato approvato da tutti i Paesi della Ue. Non ci piace l’attuale Governo ultra-liberista e globalista di Justin Trudeau (foto sopra tratta da Wikipedia) che quest’anno ha lasciato incendiare 18 milioni di ettari di boschi (qui un articolo del Giugno scorso, quando gli ettari di boschi bruciati in Canada erano 4 milioni). Il Canada è un Paese dove il profitto è al centro di tutto, come si conviene, per l’appunto, a un Paese, ribadiamo, ultra-liberista e globalista che nega alle radici il solidarismo sociale. Il liberismo globalista senza Dio con le sue avide multinazionali è il cancro del mondo occidentale e Cina, Russia e, in generale, i Paesi del BRICS fanno bene ad attaccare l’area del dollaro americano, che è il baricentro del liberismo-globalista: e farebbero bene anche ad attaccare l’Unione europea ‘scendiletto’ degli USA per smembrarla e ridare la libertà a 500 milioni di cittadini europei schiavi di un’oligarchia massonica e senza Dio che è anche peggiore della borghesia finanziaria statunitense che almeno conserva un po’ di cattolicesimo e un po’ di protestantesimo.

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