La sanità pubblica italiana considerata una delle migliori del mondo è stata distrutta dall’Ue dell’euro con la connivenza di centrosinistra e centrodestra

Dentro l’Unione europea dell’euro l’Italia non ha futuro e la sanità pubblica scomparirà nel giro di pochi anni

Ieri sera abbiamo dato notizia che il Governo regionale siciliano di Renato Schifani proverà ad assumere quasi mille e 500 medici provenienti da Paesi esteri. Questo è il numero di medici che oggi mancano alla nostra Isola, con riferimento agli ospedali pubblici e alle nove Aziende ospedaliere provinciali (Asp). Le chilometriche liste di attesa nella sanità pubblica e il caos nei Pronto soccorso sono la conseguenza della mancanza di medici. Il numero ridotto di medici nelle strutture sanitarie pubbliche è un fenomeno che riguarda tutta l’Italia. Quello che la politica italiana non dice è il perché si sta verificando tutto questo. La spiegazione viene fornita a metà. I medici mancano perché in Italia hanno introdotto il numero chiuso nelle facoltà di Medicina e perché i giovani medici italiani, piuttosto che lavorare in Italia, preferiscono andare a volgere la propria professione all’estero. Perché il numero chiuso nelle facoltà di Medicina? Qui la ‘presunta’ informazione italiana si ferma. Ricordate quel giornalista che confessò di non avere dato la notizia di 700 bambini morti durante la crisi economica in Grecia per non dare spago a chi è contrario all’Unione europea? La stessa cosa avviene con il numero chiuso nelle facoltà di Medicina. Riassumiamo. L’Italia, ogni anno, deve pagare gli interessi sul debito pubblico. Per ora sono circa 80 miliardi di euro all’anno. Siccome nell’Unione europea hanno creato un sistema di monetazione a credito, così, in oltre venti anni di euro, l’Italia ha raggiunto un debito pubblico di quasi 3 mila miliardi di euro. Al di là delle stupidaggini che raccontano coloro i quali non hanno mai aperto un libro di Economia politica, è impossibile pagare 3 mila miliardi di euro di debiti. Però, ogni anno, gli interessi sul debito si debbono pagare. Per pagare questi interessi sul debito i Governi italiani di tutti i colori politici hanno tolto risorse alla sanità, alla scuola e anche alle università. Alle facoltà di Medicina sono stati tagliati anche i fondi per la didattica: questo spiega perché hanno introdotto il numero chiuso, perché le facoltà di Medicina, senza investimenti nella didattica, possono fare studiare e laureare solo un certo numero di studenti.

Dagli anni del Governo di Mario Monti ad oggi la sanità pubblica italiana ha perso oltre 40 miliardi di euro all’anno. A volerlo è la Ue. I Governi italiani di qualunque colore politico obbediscono. E i tagli al sistema sanitario pubblico italiano imposti dai massoni dell’Unione europea dell’euro continuano

Il problema dei problemi, in Italia, è l’Unione europea dell’euro. Anche la Francia ha un alto debito pubblico, che è simile a quello dell’Italia. Ma la Francia non è l’Italia. La Francia, nell’Unione europea, comanda, mentre l’Italia obbedisce. L’Italia è da oltre vent’anni in Avanzo primario (semplificando al massimo, deve spendere meno di quello che incassa con tasse e imposte), la Francia no. All’Italia hanno imposto privatizzazioni folli su tutta la linea. La Francia conserva banche e industrie statali e, di recente, lo Stato francese ha deciso di controllare l’energia. L’Italia, dentro l’Unione europea dell’euro, ha fatto la fine che il Nord Italia ha fatto fare a Sud Italia e Sicilia con l’infelice e disgraziata unità d’Italia nel 1860-1861. Il Nord Italia, oggi, è la periferia della Germania. La sanità pubblica italiana, che era una delle migliori del mondo, voluta soprattutto da quella parte della Democrazia Cristiana di derivazione sturziana, è stata distrutta pezzo dopo pezzo. I primi responsabili politici della distruzione della sanità pubblica italiana sono, storicamente, i democristiani di derivazione massonica, minoritari nel loro partito ma molto dannosi. Per intendersi, si tratta dei democristiani che, nel 1981, insieme con i partiti laici e contro il Psi di Bettino Craxi, hanno imposto il ‘divorzio’ tra Tesoro e Banca d’Italia, primo passo verso la perdita della sovranità monetaria e politica dell’Italia. La sanità pubblica italiana ha resistito per tutta la Prima Repubblica e, tutto sommato, fino al 2008. Ha iniziato il Governo Berlusconi nel citato 2008, a bloccare le retribuzioni dei medici pubblici. Dagli anni del Governo di Mario Monti ad oggi alla sanità pubblica italiana sono stati tolti non meno di 40 miliardi di euro all’anno, più il citato numero chiuso nelle facoltà di Medicina e, adesso, il taglio delle pensioni ai medici voluto non dal Governo di Giorgia Meloni, come cerca di far credere il Partito Democratico ma dall’Unione europea dell’euro. Questi sono i fatti.

Divisi su tutto, su una cosa centrodestra e centrosinistra concordano: nell’ ‘incaprettare’ gl’italiani eternamente distratti da partite di calcio, tennis e via continuando

Il massacro della sanità pubblica italiana e, in generale, dell’economia italiana è un esempio di alienazione della politica del nostro Paese. Quando governa il centrosinistra il centrodestra accusa il Governo di togliere risorse agl’italiani; quando – come si sta verificando oggi – governa il centrodestra è il centrosinistra (che oggi ingloba anche i grillini) che accusa il governo di centrodestra di togliere risorse agli italiani. Divisi su tutto, su una cosa centrodestra e centrosinistra concordano: nell’ ‘incaprettare’ gl’italiani eternamente distratti da partite di calcio, tennis e via continuando. La realtà è che, ormai da anni, non esiste un Governo italiano dell’economia, perché le decisioni le prende l’Unione europea. E’ stata l’Unione europea, nel 2008, a imporre il blocco delle retribuzioni nel pubblico impiego, medici pubblici compresi. Ai medici pubblici – che sono stati equiparati ai dipendenti pubblici – hanno tagliato dieci anni di incrementi annuali di retribuzioni e non glieli hanno restituiti. Oggi un medico pubblico italiano dovrebbe guadagnare da mille e mille e 500 euro al mese in più. Oggi i medici pubblici italiani sono tra i meno pagati d’Europa e, in prospettiva, avranno pensioni medio basse nonostante l’integrazione Enpam. L’attacco alla sanità pubblica italiana da parte dei Governi italiani che si sono succeduti dal 2008 ad oggi, in nome e per conto dell’Unione europea dell’euro, spiega il perché oggi tanti giovani medici del nostro Paese, se lo possono fare, lasciano l’Italia. Perché all’estero lavorano con serenità, guadagnano di più e rischiano di meno. Lavorare oggi in un Pronto soccorso italiano è molto stressante e rischioso, perché i medici (e anche gli infermieri) hanno carichi di lavoro pesanti, talvolta al limite dello sfinimento, perché sono costretti a lavorare in pochi, con piante organiche ridotte in molti casi di due terzi. Va da sé che quando un medico pubblico è costretto ordinariamente a lavorare sotto stress rischia di commettere errori. Come ‘premio’ gli stanno tagliando le pensioni, non a caso il prossimo 5 Dicembre i medici pubblici italiani dovrebbero scioperare (ammesso che il ‘democratico’ Ministro leghista e leader della stessa Lega, Matteo Salvini, non li precetti). L’unica via per provare a salvare la sanità pubblica italiana e l’economia italiana è la fine dell’Unione europea dell’euro. Il resto sono solo chiacchiere.

Un commento

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *