L’assessore Sammartino fa il pesce dentro il barile: dice che incontrerà gli agricoltori siciliani dimenticando che uno dei responsabili della crisi è proprio lui

Veramente incredibile l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino che il pesce dentro il barile come se lui non sapesse di essere uno dei responsabili della crisi dell’agricoltura della nostra Isola

“Rinnovo la mia vicinanza ai lavoratori del comparto agricolo che in questi giorni manifestano contro le politiche dell’Unione europea, troppo spesso distanti dai bisogni reali dei territori”. Così parla l’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino (foto sopra tratta da Regione siciliana), che fa finta di non sapere che in Sicilia le proteste sono anche contro la sua gestione dell’agricoltura nella nostra Isola. Una gestione non esattamente brillante: basti pensare la crisi del grano duro causata dall’invasione di grani esteri che hanno fatto crollare del 50% il prezzo in Sicilia, l’assessore Sammartino non ha mosso un dito. “Incontrerò presto i loro rappresentanti per raccogliere proposte – dice ancora l’assessore -. L’ascolto è alla base del lavoro messo in campo in questi mesi, come gli aiuti economici alle imprese in ginocchio per i rincari del carburante e dell’energia e le battaglie che ho portato avanti in commissione Politiche agricole a tutela dei consumatori e dei prodotti della nostra terra, anche per l’utilizzo di etichette visibili negli alimenti contenenti farine derivate da insetti”. Intanto, egregio assessore, non si tratta di “farine derivate da insetti”, perché le farine sono legate ai prodotti agricoli in generale e ai cereali in particolare. Si tratta di nauseabondi insetti seccati e macinati che l’Unione europea cerca inutilmente di portare sulle nostre tavole, fino ad oggi, grazie a Dio, con scarsissimo successo.

Ci auguriamo che il Movimento di agricoltori in lotta non commetta gli stessi errori dei Forconi siciliani nel 2011, che si auto-affossarono nel momento in cui decisero di mettere piene nei ‘Palazzi’ della politica. Sono i politici, se vogliono parlare con gli agricoltori, che debbono venire nelle piazze

Detto questo, non sappiamo come, quando e dove lei incontrerà gli agricoltori che manifestano contro l’Unione europea, contro il Governo nazionale che sta cercando di spaccare il Movimento giocando scorrettamente sull’IRPEF agricola e anche contro le Regioni, che hanno contribuito in modo rilevante ad affossare gli agricoltori. Ricordiamo che nel 2011 il Movimento dei Forconi decretò la propria fine quando alcuni soggetti che si autoproclamavano i rappresentanti del Movimento di protesta cominciarono a incontrare l’allora capo del Governo nazionale Silvio Berlusconi e l’allora presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Allora si diffuse il dubbio che possibili ‘infiltrati’ avevano agevolato tali incontri nel chiuso dei ‘Palazzi’ della politica. Ci auguriamo che non si ripeta quanto avvenuto tredici anni fa, anche se già un maldestro tentativo di ‘avvicinamento’ del Movimento al Governo nazionale è stato denunciato da Danilo Galvani, leader del Movimento degli Agricoltori traditi (qui un articolo). Ci auguriamo che gli agricoltori siciliani in lotta non ripetano l’errore dei Forconi siciliani: se l’assessore vorrà incontrare gli agricoltori si rechi nelle piazze rischiando i legittimi fischi.

Ma quale calamità naturale per la siccità. La vera calamità naturale è la politica siciliana che, dal 2009 ha abbandonato le dighe siciliane che oggi sono piene di acque a fango

C’è un altro passo del comunicato dell’assessore Sammartino che desta perplessità, là dove annuncia di aver chiesto al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, “di dichiarare lo stato di calamità naturale per la siccità. La situazione del comparto è molto delicata e non faremo mancare il nostro sostegno”. La siccità, con le piogge che sono state registrate lo scorso anno non dovrebbe nemmeno sfiorare la Sicilia. Nella nostra Isola, contrariamente quanto detto qualche settimana fa dalla solita televisione disinformata, “non ci sono poche dighe”: di dighe artificiali se ne contano una cinquantina, alcune anche molto grandi. Il problema è che la maggioranza di queste dighe sono stata abbandonate e da anni piene di fango. A parte le dighe che vengono utilizzate – in alcuni casi togliendo l’acqua agli agricoltori per darle alle città – quasi tutte le altre, lo ribadiamo, sono abbandonate. Fino a quindici anni fa c’era un minimo di manutenzione non in tutte le dighe artificiali della nostra Isola, ma un certo numero erano, bene o male, utilizzate. A partire dal 2009 l’abbandono delle dighe artificiali siciliane è stato pressoché totale. tanto che c’è il dubbio che in alcune di queste dighe – soprattutto in quelle mai utilizzate – vivano animali esotici: basti pensare al coccodrillo avvistato nei mesi scorsi tra San Giovanni Gemini e Cammarata (qui un articolo). La vera calamità naturale, assessore Sammartino, è la politica siciliana che ha abbandonato le dighe siciliane lasciandole piene di fango e togliendo l’acqua agli agricoltori presente nelle poche dighe funzionanti per darla alle città.

Un commento

  1. […] siciliano e, in particolare, all’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, che ha affermato di volere incontrare gli agricoltori siciliani che protestano. Siamo certi che, se incontrerà gli agricoltori siciliani che protestano contro l’Unione […]

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