24 Novembre 2023, Venerdì della XXXIII Domenica del tempo ordinario: Luca 19,45-48
di Frate Domenico Spatola

L’arrivo di Gesù a Gerusalemme dopo il lungo cammino, iniziato in Galilea e protratto per dieci capitoli dall’evangelista Luca, fu tempestoso. Lo scontro fu con la istituzione religiosa. Nel Tempio si vendeva di tutto, a caro prezzo, per la riconciliazione con Dio. “Si mise a scacciare quelli che vendevano. Il mercato, fu la sua denuncia, aveva sostituito la casa di preghiera”. Responsabili i soliti dirigenti che propagandavano, per la propria convenienza, un Dio “famelico” dei costosi sacrifici della gente. Questa, con inganno, era stata immersa nel ginepraio inestricabile di leggi, moltiplicate e contraddittorie. Era perciò perennemente bisognosa di purificazione e costretta a portare al tempio la “refurtiva”, rubata a pretesto. Gesù squalificò i capi come “ladri”. Avevano rubato a Dio il popolo e avevano trasformato il tempio in “covo”. La “cacciata dei mercanti” gli procurerà conseguentemente il risentimento mortale dei capi dei sacerdoti, degli scribi e dei capi del popolo. Tutti puntigliosamente nominati dall’evangelista, ed esplicitamente dichiarati di “tramare per farlo morire”. Stizziti tuttavia per non riuscire a trovare il modo, nonostante Gesù stesse sempre apertamente nel tempio a insegnare sotto il “Portico di Salomone”. La popolarità di cui godeva gli faceva da scudo, perché la gente pendeva dalle labbra di Gesù nell’ascoltarlo.
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