Il golpe americano del 2014 in Ucraina? “Rivoluzione”. Mentre la rivoluzione antioccidentale in Niger è “golpe”…

Anche in Niger il cosiddetto Occidente industrializzato fa solo ridere

La disinformazione continua a imperversare nel cosiddetto Occidente industrializzato. E’ interessante segnalare un parallellismo tra quanto avvenuto in Ucraina nel 2014 e quanto sta avvenendo in questi giorni in Niger. Nel 2014 gli Stati Uniti d’America organizzarono un golpe in Ucraina. Preceduto da rivolte foraggiate dagli stessi americani. Una sceneggiata ribattezzata “rivoluzione del Maidan”. In realtà, non c’era alcunché di “rivoluzionario”: gli USA eliminarono un Governo filo-russo eletto democraticamente dal popolo per piazzarvi i propri fantocci. A ‘pilotare’ l’operazione golpe in Ucraina è stato l’allora presidente degli Stati Uniti, il democratico Barack Obama, il “Premio Nobel della Pace” che negli otto anni trascorsi alla Casa Bianca ha riempito il mondo di guerre, di disperazione e di morti. Il progetto dei Democratici americani era quello di vincere per la terza volta consecutiva le elezioni presidenziali e di iniziare un’avanzata verso la Russia, avanzata che era sfumata con la guerra civile che gli stessi americani avevano fomentato in Siria. Solo che la Siria di Assad ha resistito, grazie all’aiuto dei russi (e dei cinesi). Nel 2016, a sorpresa, le elezioni presidenziali americane sono state vinte da Donald Trump e il progetto dei Democratici americani si è interrotto. In questa fase, come già accennato, è interessante il parallellismo: il golpe americano in Ucraina del 2014, in Occidente (cioè per l’informazione occidentale), è stato definito “rivoluzione”. Mentre quello che succede in Niger in questi giorni – ovvero una rivolta popolare contro l’Occidente che da duecento anni sfrutta l’Africa (e, segnatamente, contro la Francia, che ancora oggi controlla e sfrutta 14 Paesi africani – viene fatta passare come “golpe”. Insomma, quando conviene all’Occidente il “golpe” diventa “rivoluzione” (come accaduto in Ucraina nel 2014), mentre se non conviene all’Occidente la rivoluzione in corso in questi giorni in Niger diventa un “golpe”. La cosa incredibile è che non solo americani e francesi ma tutti i Paesi occidentali non si rendono conto di essere ridicoli!

Di fatto in Niger gli abitanti stanno cacciando a calci nel sedere gli occidentali, francesi in testa

Di fatto, i nigeriani – evidentemente appoggiati da Russia e Cina – stanno cacciando a calci nel sedere gli occidentali. La rivoluzione in corso è rivolta soprattutto contro la Francia, Paese che, ancora oggi, esercita il più bieco colonialismo in Africa. Ricordiamo che sono stati i francesi, nel 2011, a volere l’eliminazione del leader libico Muammar Gheddafi. Tra i dieci motivi per i quali Gheddafi è stato ammazzato (https://www.inuovivespri.it/2018/11/07/i-dieci-motivi-per-i-quali-gheddafi-e-stato-ammazzato/ ), il più importante, con molta probabilità, era il progetto della creazione di una moneta unica africana. Svolta monetaria che avrebbe messo in crisi il dominio francese sui citati 14 Paesi africani. Fa un po’ sorridere quello che si legge qua e là, ovvero la possibile reazione del cosiddetto ECOWAS, sigla che rappresenta la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale. Questa sigla raccoglie i Paesi africani ancora legati all’Occidente, in particolare agli Stati Uniti d’America. Fino a poco tempo fa erano quindi Stati africani; oggi i Paesi africani dell’ECOWAS sono diventati 11 (gli americani in Africa perdono ‘pezzi’…). Secondo alcuni mezzi di informazione occidentali, gli 11 Paesi dell’ECOWAS si accingerebbero a dichiarare guerra al Niger per difendere gli interessi non dell’Africa ma dell’Occidente e, segnatamente, della Francia, che per l’Uranio dipende dal Niger. A noi questa tesi sembra una grande minchiata.

La Ue non potrebbe mai entrare in guerra contro il Niger rivoluzionario, perché perderebbe anche il gas algerino (dopo aver perso il gas russo)

Perché scriviamo che l’eventuale guerra della Ue contro il Niger ci sembra una grande minchiata? Perché, in primo luogo, ci sono già altri Paesi africani pronti a intervenire in difesa del Niger. Sono Mali, Burkina Faso, Guinea e Algeria. Soprattutto la presenza dell’Algeria rende impossibile la partecipazione dell’Unione europea ad una possibile guerra contro il Niger rivoluzionario. La Ue ha già perso buona parte del gas russo (scriviamo buona parte perché ancora oggi una parte del gas russo finisce ufficialmente in Austria e sottobanco anche in Germania), figuriamoci se dichiara guerra all’Algeria, che significherebbe perdere il gas algerino che oggi arriva in Europa. Gli americani andranno a combattere contro il Niger rivoluzionario? Vero è che di errori, da quando sono tornati alla Casa Bianca, i Democratici ne hanno commessi tanti. Ma aprire un nuovo fronte di guerra in Africa, per gli Stati Uniti d’America, significherebbe far aumentare a dismisura l’inflazione. Sarebbe una follia, soprattutto a meno di un anno e mezzo dalle elezioni presidenziali americane. Volendo, gli unici che potrebbero aprire un fronte di guerra in Niger sarebbero i francesi: ma farebbero ridere il mondo. Rispetto al 2011, quando i francesi hanno ammazzato Gheddafi, l’Africa è cambiata, il mondo è cambiato. La realtà è che la Francia dovrà accettare la perdita dell’uranio del Niger e dovrà sperare che Russia e Cina non fomentino proteste e rivoluzioni negli altri Paesi africani ancora oggi sotto il dominio coloniale francese. Per la cronaca, va aggiunto che anche la Libia – pur con tutti i ‘casini’ interni – è pronta a difendere il Niger.

L’armata Wagner di Prigozhin pronta a sostenere il Niger e i Paesi africani che si ribellano all’Occidente. Che ci fanno in Niger 350 soldati italiani?  

Sulla vicenda interviene anche il comandante del gruppo militare della Wagner, Evgeny Prigozhin: “Quello che succede in Niger – dice Prigozhin  – è la lotta del popolo nigeriano contro i colonialisti che hanno cercato di tenerlo in una condizione di colonia come avveniva centinaia di anni fa”. Per il capo della Wagner, il popolo del Niger si sta sbarazzando dei colonialisti. Prigozhin aggiunge che gli ex colonialisti occidentali hanno deliberatamente destabilizzato la situazione nei Paesi africani, sostenendo terroristi e banditi al fine di impedire l’ulteriore sviluppo delle ex colonie. Quindi l’avvertimento: “Questa è l’efficacia di Wagner PMC: mille combattenti di Wagner PMC sono in grado di ristabilire l’ordine e distruggere i terroristi, impedendo loro di danneggiare la popolazione civile degli Stati”. E l’attuale Governo italiano che dice? Stando a quanto leggiamo in un canale Telegram, ci sono 350 soldati italiani in Niger. Per curiosità: che ci fanno 350 militari italiani in questo Paese? Li stanno facendo rientrare in Italia? Non c’è bisogno di ricordare che un’eventuale guerra in Niger farebbe lievitare a dismisura il numero di migranti a Lampedusa e in Italia. Se Telegram leggiamo anche che in Niger ci sarebbero 2 mila soldati della NATO. Possibile?  

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