Il Parlamento dell’Algeria pronto alla guerra contro Israele. Il gas algerino per Ue e Italia è a rischio?

L’Algeria è schierata contro Israele e con i palestinesi e on la Russia contro Ucraina e Occidente. Che senso ha continuare a fornire il proprio gas a Paesi come l’Italia schierati con Israele e con l’Ucraina contro la Russia?

C’è una notizia che sta passando quasi inosservata. Eppure è una notizia che è molto importante per l’Unione europea e, in particolare, per l’Italia. Si tratta di un voto del Parlamento dell’Algeria che concede al presidente di questo Paese, Abdelmadjid Tebboune, la possibilità di dichiarare guerra a Israele. La decisione unanime dei parlamentari tunisini arriva nel momento di massima tensione in Medio Oriente, mentre sono in corso i massacri dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. L’Algeria non è il primo Paese del mondo arabo che si comincia a preparare a una possibile guerra del mondo arabo contro Israele. Con molta probabilità, la mossa dell’Algeria, in questa fase, più che l’avvio della partecipazione alla guerra in Medio Oriente, sembra un messaggio geopolitico a chi è schierato con Israele e, anche, con l’Ucraina. Sembra, per entrare subito nel merito, un messaggio ai Paesi occidentali che usufruiscono del gas algerino pur essendo schierati con Israele nella guerra in corso a Gaza e con l’Ucraina contro la Russia, Paese, quest’ultimo, alleato dell’Algeria. L’Italia è direttamente coinvolta in questo messaggio algerino, se è vero che importa gas dall’Algeria.

Fino a che punto un Paese come l’Algeria – che potrebbe entrare in guerra da un momento all’altro contro Israele – può continuare a fornire gas all’Italia schierata con Israele?

La guerra a Gaza e la guerra in Ucraina sono destinate a fare chiarezza nei rapporti tra Algeria e Unione europea e, segnatamente, tra Algeria e Italia. Tra le righe, il Governo algerino sembra dire a Ue e Italia: noi siamo schierati contro Israele in Medio Oriente e con la Russia nella guerra in Ucraina. Va da sé che non possiamo continuare a fornire il nostro gas ai Paesi occidentali che appoggiano i nostri nemici. Vero è che noi algerini, esportando il nostro gas, ci guadagniamo. Ma ci sono dei momenti in cui la geopolitica prende il sopravvento sull’economia. Non è difficile capire che non possiamo più continuare a fornire il nostro gas ai Paesi che sostengono Israele contro i palestinesi e ai Paesi che sostengono l’Ucraina contro la Russia. E l’Unione europea continua ad appoggiare Israele e a sostenere l’Ucraina. Proprio in queste ore la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato il dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Si sa che le sanzioni occidentali sono la Russia, fino ad oggi, sono state acqua fresca, ma l’atto in sé sta diventando politicamente insopportabile. L’Italia, che prende il gas dall’Algeria, appoggia sia Israele, sia l’Ucraina. Fino a che punto un Paese come l’Algeria – che potrebbe entrare in guerra da un momento all’altro contro Israele – può continuare a fornire gas all’Italia schierata con Israele? Lo stesso discorso vale per l’Ucraina: anche se un po’ svogliatamente l’Unione europea continua ad aiutare l’Ucraina contro la Russia di Putin, Paese che è un alleato di ferro dell’Algeria (sopra foto di Abdelmadjid Tebboune e Vladimir Putin tratta da The Watcher Post). Chi vuole capire, capisca.

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