Il prezzo del grano duro siciliano è già basso e come denuncia Agostino Cascio in un video sarebbe operativo un ‘cartello’ che punta a penalizzare ancora di più gli agricoltori

Non ci sembra una denuncia campata in aria perché ogni anno, nel Sud e in Sicilia, qualche settimana prima della raccolta di questo cereale arrivano navi cariche di grano duro estero per abbattere il prezzo

Sulla pagina Facebook di Agostino Cascio, agricoltore, produttore di grano duro della Sicilia, va un video dello stesso Cascio nel quale si denuncia, con parole molto forti, lo stato di crisi del grano duro siciliano. Per la cronaca, nelle aree interne della nostra Isola è difficile, se non impossibile, puntare su colture alternative al grano duro. Cascio, come già accennato, ricorre a parole molto forti: “Luridi bastardi. Siete dei delinquenti”. Cascio fa riferimento a una sorta di ‘cartello’ costituito dai commercianti, che si sarebbero messi d’accordo per acquistare il grano duro siciliano al prezzo più basso possibile. “Mercanti senza scrupoli fanno scendere il prezzo del grano per derubarlo ai contadini”, dice Cascio. Contemporaneamente, aggiunge, arriva in Italia grano estero che contiene glifosato e micotossine DON. Cascio ha ragione: l’Italia importa tanto grano tenero e tanto grano duro dal Canada, dagli Stati Uniti d’America, dalla Francia, dalla Russia e, soprattutto da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, dalla stessa Ucraina.

La solita manovra speculativa dei commercianti

La denuncia di Cascio arriva a poche settimane dall’inizio della raccolta del grano. Già il prezzo del grano duro siciliano e, in generale, meridionale è basso. In questo momento nel mercato di Foggia, in Puglia, il prezzo del grano duro oscilla da 30 a 32 euro al quintale. Mentre in Sicilia il prezzo del grano duro oscilla da 25 a 26 euro al quintale. Ebbene, in questo periodo, con la connivenza del Governo nazionale e nel silenzio delle Regioni meridionali, arriva un fiume di grano duro estero con le navi. Un’operazione banditesca per ridurre il prezzo dello stesso grano duro e consentire ai commercianti di acquistare il grano duro prodotto soprattutto in Puglia e in Sicilia a prezzi bassi. Per gli agricoltori di Puglia e Sicilia che producono grano duro è una mazzata, se è vero che già debbono fronteggiare un aumento dei costi di produzione: aumento del costo dell’energia e aumento del costo dei fertilizzanti.

A manovrare contro il comparto cerealicolo di Sud Italia e Sicilia è l’Unione europea che vuole piazzare pannelli fotovoltaici al posto delle spighe. Agricoltori di Sud e Sicilia senza una rappresentanza politica che li tuteli. Quando nel 2021 i grillini…

Ci sono responsabilità politiche. L’attacco al grano duro meridionale è ‘pilotato’ dall’Unione europea, che punta a smantellare il grano duro del Sud Italia e della Sicilia per sostituire questa coltura con i pannelli fotovoltaici. Il tutto, lo ribadiamo, nel disinteresse della politica, a tutti i livelli. Gli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia si dovrebbero organizzare per non sostenere più i partiti politici nazionali. Per dare vita a un partito che difenda i loro interessi. Ma non hanno la forza e la determinazione per opporsi a una deriva che li sta schiacciando. Siamo testimoni di quanto avvenuto qualche anno fa. A Roma governava l’esecutivo di Mario Draghi. I grillini, che erano al Governo, esprimeva il Ministro delle Politiche agricole con il triestino Stefano Patuanelli. Gli agricoltori del Nord Italia volevano più soldi. Così il Ministro grillino-nordista ha deciso di togliere una parte dei fondi Fears a Sud e Sicilia per consegnarli alle Regioni del Nord. Un classico del colonialismo del Nord ai danni del Mezzogiono, per l’occasione targato Movimento 5 Stelle (qui un articolo). Qualche mese dopo si votava e alcuni nostri amici agricoltori hanno votato esponenti dei partiti che gli avevano scippato una parte dei fondi europei. Ecco la loro giustificazione: “Che vuoi sono parenti e amici…”.   

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