La battaglia di Cuffaro: lo Scudo crociato Libertas ritorni nella propria casa

di Andrea Piazza

La Democrazia Cristiana tra storia e simboli

In questi giorni di caldo agostano, una notizia in particolare ha movimentato l’interesse del mondo dell’informazione politica. La miccia è stata accesa il giorno dopo Ferragosto, con un’ordinanza del Tribunale Civile di Roma in composizione monocratica che, in sede cautelare, non ha accolto la richiesta per inibire ad altro soggetto politico l’utilizzo del contrassegno dello Scudo crociato Libertas. Com’è noto, in data 7 maggio 2023, al Congresso Nazionale tenutosi a Roma, è stato eletto Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana il Presidente Salvatore ‘Totò’ Cuffaro. La nomina è stata innescata dalla dichiarazione del segretario uscente Renato Grassi che, esplicitamente, ha designato Totò Cuffaro ad assumere l’incarico di Segretario Nazionale nell’interesse e per bene del partito. Nel breve volgere di pochi minuti, anche i delegati nazionali a gran voce hanno pronunciato il nome di Cuffaro, per paragonare quella particolare atmosfera scintillosa… potremmo associarla al momento in cui la propria squadra del cuore ritorna allo stadio di casa reduce da una trasferta vittoriosa. Il neo segretario Totò Cuffaro è stato colui che ha riportato ” in vita elettorale ” la Democrazia Cristiana, affermatasi in tutte le consultazioni siciliane, ad iniziare, nel 2021, da un luogo simbolo, il Comune di Caltagirone dove nacque il fondatore del Cattolicesimo sociale italiano, Don Luigi Sturzo. In progressione, le affermazioni elettorali hanno attraversato tutta la Sicilia in lungo e largo, riportando il gruppo politico nel tempio del Parlamento più antico d’Europa, l’Assemblea regionale siciliana, oltre all’ammissione del contrassegno della DC da parte del Ministero dell’Interno nelle ultime elezioni politiche nazionali 2022.

La storia della Democrazia Cristiana, dal 1994 ad oggi, è rimasta frammentata, nella morsa di taluni interessi personali che hanno ritardato il percorso della rinascita di questo partito

La missione di Totò Cuffaro, medico radiologo, laureato in giurisprudenza ma anche imprenditore agricolo, è di ricostruire la frammentata area moderata di centrodestra per riportare la politica “in equilibrio” su posizioni sempre più aperte cristianamente al dialogo costruttivo, unica strada maestra per risanare il tessuto sociale frammentato, specchio della nostra società in crisi di identità. Rammentiamo che la Democrazia Cristiana Nuova ha un proprio contrassegno/simbolo, “la croce di San Giorgio”, realizzato con l’intensità dei colori della città di Caltagirone e stilizzato sotto la visione di Totò Cuffaro (quando ricopriva il ruolo di Commissario Regionale del partito). Ritornando alla recente diatriba partitica sub iudice, è opportuno richiamare per maggiore chiarezza espositiva la definizione di partito politico. Ai sensi dell’art . 49 della nostra Costituzione, un partito politico è “un’associazione di persone con comunanza di interessi e ideologie che, attraverso una stabile organizzazione, mira a determinare e influenzare l’indirizzo politico del Paese”. Come più volte ribadito dallo stesso Cuffaro, un partito politico non ha padroni o padroncini perché appartiene “esclusivamente alla comunità dei suoi elettori”. Negli ultimi decenni post caduta Prima Repubblica la nostra rappresentanza politica ha trovato forza nell’idealizzare un singolo leader e non nella forza collettiva e valoriale del partito politico. Sotto un certo punto di vista potremmo dire che la politica italiana ha subìto un declino pari alla frammentazione del nostro modello sociale più importante, la famiglia. La storia della Democrazia Cristiana, dal 1994, è rimasta frammentata, nella morsa di taluni interessi personali che hanno ritardato il percorso della rinascita di questo partito, perché in luogo degli interessi collettivi hanno trovato posto gli interessi personali con il paradosso, unico in questo caso, che il suo contrassegno, il suo simbolo universalmente identificativo al pari di un oggetto, un marchio (volgarizzato ) commerciale noto è finito nella disponibilità giuridica di soggetto politico differente.

Il primo tentativo per riportare lo Scudo crociato Libertas nella propria casa non è andato a buon fine, ma la battaglia culturale e politica continua

In buona sostanza, si è ripetuta, a profili invertiti, la storia analoga di tante aziende leaders nazionali che, pur mantenendo il marchio commerciale prestigioso “Made in Italy”, sono tutt’altra cosa… Una lunga storia italiana, insomma. La vicenda del contrassegno, sotto taluni profili, è meramente accademica, nel senso che la Democrazia Cristiana Nuova ha un proprio simbolo universalmente riconosciuto, ma i vincoli valoriali dell’associazione politica che è strutturata sulla famiglia, i valori del Cristianesimo e della Chiesa cattolica, la tradizione, la memoria, il rispetto, la tutela del più deboli etc, impongono un’ultima missione nell’interesse generale di tutti gli elettori che vogliono ripristinare l’onore sottratto – nome e simbolo – riunificandolo sotto lo stesso tetto. In sede sommaria “cautelare” il primo tentativo per riportare lo Scudo crociato Libertas nella propria casa non è andato a buon fine, ma in ogni caso trattandosi di controversia prettamente civilistica l’autonomia delle parti è sovrana e, pertanto, è possibile in qualsivoglia momento che il buon senso orienti la parte impropriamente titolare a fare ritornare il simbolo alla casa naturale del padre.

Foto tratta da l’Eco del Sud

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