La guerra sembrava lontana prima dell’Ucraina. Oggi diventa meno impensabile con ogni nuova crisi che arriva

di Nota Diplomatica

L’intervista a Putin di Tucker Carlson

È possibile, seppure un po’ perverso, pensare che la razza umana abbia intimamente bisogno di fare una guerra ogni tanto. È suggestivo che le più antiche radici della nostra letteratura, testi come l’Epopea di Gilgameš – forse la prima opera letteraria dell’umanità – o l’immensamente influente Iliade di Omero, siano racconti di guerra. Così come anche l’EneideBeowulf, le saghe nordiche e la Chanson de Roland: tutte storie di furiosi e sanguinosi combattimenti Ad ogni modo – che lo vogliamo o meno – quei vecchi tamburi riprendono a rullare, per ora abbastanza sommessamente, ma si inizia sempre così. Tralasciando gli iraniani e i cinesi, la causa prossima sarebbe il sogno imperiale di Vladimir Putin. In una recente e strombazzata intervista con il giornalista americano Tucker Carlson, il Presidente russo, rispondendo sui suoi progetti territoriali oltre all’Ucraina, ha replicato sornione che “non gli interessa” invadere la Polonia o la Latvia… Il  ‘però se volessi, potrei’ l’ha lasciato sottinteso.

Verso il riarmo planetario?

Pochi giorni fa il Ministro della Difesa danese, Troels Lund Poulson, citando un’analisi della NATO, si è unito ai colleghi del Regno Unito, della Svezia, della Romania, della Germania ed altri nel dare l’allarme relativo all’avvicinarsi della guerra prossima. “Non possiamo escludere – ha detto Poulson – che entro i prossimi tre-cinque anni la Russia vorrà sfidare l’Articolo 5 del Trattato NATO e la solidarietà del Patto”. Quell’Articolo prevede la difesa comune dei Paesi firmatari, per cui l’attacco a uno Stato membro scatenerebbe automaticamente una risposta militare da parte degli altri, innescando un’immediata conflagrazione su scala quantomeno continentale. Il Primo Ministro della Svezia ha già invitato i suoi concittadini a prepararsi “mentalmente” alla guerra. I tedeschi e gli estoni sono più ottimisti dei danesi: i loro governi prevedono infatti che la Russia potrebbe attaccare la NATO entro i prossimi cinque-otto anni… È probabile che molto di questo baccano abbia a che fare con il dibattito in corso sugli aiuti militari all’Ucraina, ma è anche vero che ce ne vuole di tempo per preparare i Paesi civili ai conflitti militari estesi, anche perché, all’inizio del secolo, molti Stati occidentali smantellarono buona parte delle loro difese, ponendo per esempio fine alla ‘naja’: tra questi la Francia (1997), l’Italia (2005) e la Germania (2011). Altre nazioni – Norvegia, Svizzera, Finlandia e Austria – hanno mantenuto la coscrizione. La pacifica Svezia l’ha reintrodotta nel 2016. Ad ora, è difficile ipotizzare una formazione politica italiana che potrebbe fare altrettanto. Eppure, quei tamburi iniziano ad echeggiare e li sentiremo ancora… La guerra è stata ed è tuttora lontana, ma diventa meno impensabile con ogni crisi che arriva.

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