La “pace che dà il mondo” non è la pace di Gesù che invece equivale alla “vita eterna” che il Padre consegna ai credenti con il dono dello Spirito Santo

di Frate Domenico Spatola

20 Maggio 2025, Martedì della quinta settimana di Pasqua: Giovanni 14, 27-31

La “pace” viene comunicata da Gesù ai discepoli, come ultimo suo dono terreno, nell’ultima Cena, e viene recepito come estremo e duraturo saluto. Da “Risorto” sarà anche il primo augurio che consegnerà ai suoi. “Shalòm” vuol dire “felicità piena”. Non è dunque semplice tregua o compromesso. Per Gesù il termine “pace” equivale alla “vita eterna” che il Padre consegna ai credenti con il dono dello Spirito Santo. Per far comprendere meglio il valore del suo dono, prende le distanze dalla “pace che dà il mondo”, condizionata ad interessi. Conosce a cosa andranno incontro i discepoli con la sua morte, e prova a tranquillizzarli. La sua morte sarà un “andare e tornare dal Padre”. Perciò chiede non il lutto e le lacrime, ma la loro gioia piena, che testimoni al mondo che egli ama il Padre e ne compie la piena volontà.

Foto Wikipedia

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