Le leggi umane superiori a quelle divine? Gesù segnala l’ipocrisia e l’arroganza a dottori e farisei di Gerusalemme

di Frate Domenico Spatola

6 Febbraio 2024, Martedì della quinta settimana del tempo ordinario: Marco 7, 1-13

“Torah” e “Talmud” sono le due leggi consegnate sul Sinai a Mosè. La prima scritta. Quella che conosciamo. La seconda, orale e tramandata come “tradizione degli antichi”. I capi religiosi, quando conveniva, anteponevano quest’ultima alla prima, dichiarando praticamente le leggi umane superiori a quelle divine. Gesù rimproverò questa ipocrisia e arroganza, ai dottori e ai farisei scomodatisi dalla santa sede di Gerusalemme per rimproverare i discepoli di Gesù, accusati di non lavare le mani prima di prendere il cibo. Non era ansia di igiene. Sarebbe stato legittimo pretendere tale pulizia soprattutto in quella società dove a tavola i commensali prendevano il cibo con le mani dall’unico piatto posto al centro. Le forchette saranno una invenzione medievale. Il rimprovero fatto a Gesù era il venire meno dei discepoli alla “tradizione degli antichi”. Egli sventò la loro ipocrisia, supportato dal profeta Isaia, che denunciava la l’esteriorità dei riti, senza corrispondenza interiore ai valori decantati. Esplicitò il rammarico per la arroganza con cui avevano sostituito il comandamento divino, che obbligava i figli ad aiutare i genitori nel bisogno economico, con il rito del “Korbàn”. Dichiarando cioè di destinare al tempio ciò che era dovuto ai genitori. Conveniva ai capi del culto. E la legge di Dio? Soppiantata dalla “tradizione degli uomini”.

Foto tratta da La Luce di Maria

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