L’importante lezione di Gesù ai sadducei: “Dio non è dei morti ma dei vivi”

25 Novembre 2023, Sabato della XXXIII settimana del tempo ordinario: Luca 20, 27-40

di Frate Domenico Spatola

I sadducei, membri del sinedrio, non credevano alla risurrezione. Erano troppo ricchi per interessarsi ai problemi dell’oltre tomba. I farisei, loro avversari, ne professavano la fede. Soltanto per i giusti però, come aveva indicato due secoli prima il profeta Daniele. Si risorgeva solo per rifare la stessa vita di prima. Da ciò il sarcasmo dei sadducei, nel quesito posto a Gesù. Raccontarono di una donna, rimasta vedova e senza figli. Per la legge di Mosè, detta del “levirato” (cognato), i fratelli del defunto dovevano sposare la cognata e dare una discendenza al fratello morto. Era l’unica sopravvivenza immaginata dopo morte. Il caso proposto parlava di “sette fratelli che successivamente e per la stessa ragione avevano sposato la cognata”. Il quesito era dunque: “A chi sarebbe appartenuta alla risurrezione?”. Gesù rispose che la loro domanda era senza fondamento. Quando si muore infatti si diventa come Dio, perché suoi figli. Come angeli. Non necessiterà perciò il matrimonio per sopravvivere nella discendenza. Quindi il matrimonio non urgerà più. Correggeva in tal modo anche la credenza dei farisei. Ma la lezione più importante fu data ai sadducei: “Dio non è dei morti ma dei vivi”. Citò la risposta di Dio, quando si rivelò a Mosè dal roveto ardente: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”. Erano personaggi del passato, anagraficamente vissuti molti secoli prima. La risposta piacque agli Scribi, e nessun altro provò più a tentarlo.

Foto tratta da La Luce di Maria

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