Ursula von der Leyen vuole il Mercour per vendere le auto tedesche in Sudamerica. Il voltafaccia del Governo Meloni. Lo vogliono far passare senza il voto dei Parlamenti dei 27 Paesi Ue?

di Giulio Ambrosetti

Una Commissione europea senza vergogna sta provando a svendere l’agricoltura per favorire le industrie automobilistiche e non solo automobilistiche

Pur di vendere le auto tedesche in Sudamerica la Commissione europea presieduta dalla tedesca Ursula von der Leyen sta sbloccando il cosiddetto Mercosur, il trattato commerciale tra Unione europea e quattro Paesi del Sudamerica: Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay. La signora von der Leyen, lo ricordiamo, è quella che ha ‘perso’ gli sms e il telefono cellulare con i particolari degli acquisti miliardari di ‘presunti’ vaccini contro il Covid dalla multinazionale Pfizer. Ancora in sella nonostante questo fatto gravissimo, la signora tedesca Ursula von der Leyen, con la connivenza di questi tutti i Governi dei Paesi Ue, compreso il Governo italiano di Giorgia Meloni e compresa la Francia di Emmanuel Macron, continua a usare la Commissione europea per favorire smaccatamente la Germania. Come abbiamo più volte denunciato, abbiamo il dubbio che alcuni prodotti ortofrutticoli brasiliani circolino già in Sicilia da alcuni mesi, a comincare dal diluvio di arance ad Agosto. Adesso, se i Parlamenti dei 27 Paesi Ue ratificheranno il Mercosur, l’agricoltura europea subirà un colpo durissimo. Questo perché arriverà un diluvio di prodotti ortofrutticoli e zootecnici sudamericani a prezzi stracciati e a dazio zero. Una rovina per agricoltori e allevatori europei. Gli allevamenti di bovini da carne europei scompariranno nel giro di due anni e forse anche meno. Gli allevamenti di polli potranno resistere qualche anno in più ma poi scompariranno. A grossimo rischio anche le coltivazioni di riso e di canna da zucchero. Non c’è bisogno di essere esperti in agricoltura per capire che il Governo Meloni, approvando il Mercosur, mette a rischio, per il 90%, l’agricoltura e la zootecnia del Centro Nord Italia.

Sembra impossibile che ad opporsi alla nuova porcata ‘europeista’ sia solo la Polonia: ci rifiutiamo di credere che Ungheria e Slovacchia diranno sì al Mercosur. Agricoltori francesi presto in piazza?

La situazione è complicata. Chi segue The Hour Sicilia sa che tre Paesi europei sono stati sempre contrari al Mercosur: Francia, Italia e Polonia. Poi ci sarebbe anche il secco “No” non dei Governi ma degli agricoltori di altri Paesi Ue. Ricordiamo che gli agricoltori francesi sono già scesi in piazza quando nei mesi scorsi, con un colpo di mano, la von der Leyen ha espresso il primo sì al Mercosur. La Francia di Macron – presidente senza una maggioranza in Parlamento con un Governo pure senza maggioranza in Parlamento – ha di fatto svenduto l’agricoltura francese per favorire l’industria. Siamo matematicamente sicuri che, tra qualche giorno, gli agricoltori francesi scenderanno in piazza. Anche il Governo Meloni era contrario al Mercosur. Ma si tratta di un Governo tragicomico di canciabannera, per dirla alla siciliana: ovvero che cambia bandiera ad ogni piè sospinto (qui un video esilarante del voltafaccia della Meloni sull’Unione europea). Un Governo con un Ministero delle Politiche agricole che, di fatto, non esiste, se non per calare la testa ora a Palazzo Chigi, ora all’Unione europea. L’unico Paese europeo che continua ad opporsi al Mercosur è la Polonia: così almeno leggiamo in un articolo dell’ANSA (che potete leggere qui). Detto questo, a noi sembra quasi impossibile che Ungheria e Slovacchia abbiano detto sì al Mercosur. Sarebbe uno sputtanamento terribile per Viktor Orban e per Robert Fico. Vedremo cosa succederà nelle prossime ore.

In Italia il Mercosur sarà un massacro soprattutto per il Nord Italia. Salvini e la Lega rischiano di perdere la faccia

In questa ricostruzione dei fatti che in alcune parti è poco convincente e poco credibile (ribadiamo: fino a quando i Governi di Ungheria e Slovacchia non diranno sì ufficialmente al Mercosur noi non crederemo a questa ricostruzione dei fatti), in Italia c’è un leader che rischia di perdere la faccia: il numero uno della Lega nonché Ministro e vice premier Matteo Salvini. La Lega, storicamente, ha sempre difeso l’agricoltura italiana e, in particolare, le colture come riso e zucchero e la zootecnia del Nord, dalla truffa nordeuropea delle quote latte in poi. Il Mercosur, come già ricordato, rischia di mettere in ginocchio gli allevatori di bovini da carne del Nord Italia; rischia di mettere in ginocchio il riso, che in Italia si coltiva nella stragrande maggioranza dei casi nel Nord Italia; rischia di mettere in ginocchio la barbabietola da zucchero, che si coltiva nel Centro Nord Italia; rischia di mettere in ginocchio gli allevamenti di polli che, in Italia, si concentrano soprattutto in Veneto, in Lombardia, in Emilia Romagna e in Piemonte. In questa storia, la Lega e Salvini rischiano grosso, soprattutto se dovesse succedere quello che abbiamo ‘naschiato’ qua e là. Vediamo di che si tratta.

Si profila un imbroglio considerato che quattro o cinque dei Parlamenti dei ventisette Paesi Ue non approveranno mai il Mercosur?

Ribadiamo che debbono essere i Parlamenti dei 27 Paesi Ue ad approvare il Mercosur. E si dovrebbe pronunciare anche il Parlamento europeo, per quello che vale. Se il Parlamento di uno solo di questi 27 Paesi Ue dovesse ‘bocciare’ questo truffaldino trattato commerciale salterebbe tutto. Vi possiamo assicurare che almeno quattro o cinque Parlamenti dei 27 Paesi Ue non approveranno mai il Mercosur, a cominciare dal Parlamento francese. Anche in Italia la Lega dovrebbe votare “No” e la Meloni dovrebbe cercare i voti nel centrosinistra. Ebbene, si sussurra che la Germania, pardon, la presidente della Commissione europea vorrebbe far passare il Mercosur senza l’approvazione dei Parlamenti dei 27 Paesi Ue, facendo votare solo il Parlamento europeo con un voto ‘concordato’ (europarlamentari che si astengono, altri europarlamentari che non si presentano in Aula per fare passare il provvedimento, com’è avvenuto con la mozione di censura alla von der Leyen. A noi sembra una grandissima minchiata, perché succederebbe un gran bordello, perché non si può escludere il voto dei Parlamenti dei 27 Paesi Ue. Ma il risvolto della medaglia è che, senza il mercato sudamericano, le industrie automobilistiche tedesche possono chiudere i battenti. Idem per tante altre industrie europee, italiane comprese. A tutti questi signori dell’agricoltura non gliene può fregare di meno. E siccome l’attuale Commissione europea è capace di tutto noi ci aspettiamo di tutto. Se il Mercosur passerà senza l’approvazione dei Parlamenti dei 27 Paesi Ue, ebbene, la Lega di Salvini, per non perdere la faccia, dovrà uscire dal Governo. Non ci sarebbero soluzioni intermedie.

Intanto la Coldiretti di Ettore Prandini si arrampica sugli specchi: difenderà gli agricoltori o il Governo ‘giravoltistico’ di Giorgia Meloni?

Non abbiamo ancora capito cosa farà la Coldiretti, organizzazione agricola alleata di ferro del ‘giravoltistico’ Governo Meloni. Già il fatto che in un articolo i signori della Coldiretti di Ettore Prandini scrivano, a proposito del Mercosur, “accordo ancora insoddisfacente”, significa che stanno cercando di fare ‘inghiottire’ ai propri iscritti il Mercosur sotto forma di “accordo soddisfacente”. Nell’articolo della Coldiretti, che in Sicilia noi definiamo a trasi e nesci (della serie, un colpo al cerchio e un colpo alla botte), si legge che bisogna arrivare alla ‘reciprocità”: in parole semplici, la qualità dei prodotti agricoli e zootecnici sudamericani deve essere uguale alla qualità dei prodotti agricoli europei. I signori della Coldiretti di Prandini si arrampicano sugli specchi, perché sanno benissimo che il Mercosur è bloccato da 25 anni proprio perché i quattro Paesi sudamericani, Brasile in testa, rifiutano categoricamente la reciprocità. Se questi quattro Paesi sudamericani dovessero ridurre drasticamente pesticidi, erbicidi, antibiotici e ormoni, ebbene, le loro produzioni ortofrutticole e zootecniche si ridurrebbero di almeno il 50% e non avrebbero più i margini per esportarle. Quindi quando leggete che ci saranno controlli rigorosi sulla qualità da parte delle autorità europee, beh, sappiate che vi stanno prendendo per i fondelli: tutte minchiate colossali smentite dalla realtà agronomica ed economica.

La zootecnia in Sudamerica: antibiotici e ormoni a valanga

In Brasile, ad esempio, in zootecnia, utilizzano antibiotici e ormoni a valanga: cosa, questa, proibita in Europa. Nei quattro Paesi sudamericani coinvolti nel Mercosur, Brasile in testa, utilizzano pesticidi che in Europa sono stati banditi da vent’anni e anche da trent’anni, perché dannosi per la salute umana. Ma, anche in questo caso, le auto tedesche hanno la precedenza. Tra l’altro, più i prodotti ortofrutticoli e zootecnici si allontanano dagli standar sanitari europei (che, peraltro, per alcuni prodotti sono molto ‘larghi’: vedi il grano extracomunitario ‘arricchito’ di glifosato e micotossine DON), più sono funzionali agli interessi delle multinazionali farmaceutiche che ti ‘curano’ (quelle della terapia genica sperimentale fatta passare per ‘vaccino’). Di più: in questi quattro Paesi sudamericani i prodotti agricoli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) sono la norma, mentre in Europa gli OGM non dovrebbero essere ammessi, anche se l’attuale Unione europea sta provando a far passare anche gli OGM.

I post di Franco Calderone e Santo Bono

Il dibattito tra gli agricoltori siciliani non manca. Franco Calderone, titolare di un’azienda vitivinicola e di un frantoio a Marineo, provincia di Palermo: “Il prossimo anno non coltiveremo più niente, così eviteremo di fallire. Né vigneti, né uliveti, né grano, né fieno, né ortive. Tutta la politica è inefficace ed inefficiente e non ha saputo tutelare il comparto agricolo. Pensano al Piano Mattei, pensano al Mercosur e si sono scordati degli agricotori italiani. Ma quale sovranità alimentare? La sovranità dell’Africa e del Sudamerica? Costruiamo un movimento di agricoltori, partite IVA e consumatori, un movimento che metta nuovamente al centro le persone, le famiglie, le piccole e medie imprese”. Santo Bono, azienda agricola a Camporeale: “Come si può giustificare che il prezzo del grano è pari a 20,00 euro al quintale mentre il prezzo del pane è pari a 400 euro al quintale? Di questa plusvalenza di 380 euro chi ne trae beneficio? Cosa stanno facendo i nostri politici e le organizzazioni sindacali?”.

Lorenzo Giocondo: “Fermiamoci per un anno”

Lorenzo Giocondo, titolare di un’azienda agricola nella Valle del Belìce: “L’agricoltura è al capolinea, e gli agricoltori falliranno tutti. Non è pensabile che i prezzi del grano siamo ai livelli di 30 anni fa con tutte le materie prime i cui costi si sono decuplicati. C’è un chiaro disegno politico per fare fallire gli agricoltori e portarli alla fame. Continuare con queste condizioni significa fare ancora male alle nostre aziende. Penso che davvero dobbiamo fermarci almeno un anno, nel quale eviteremmo di comprare gasolio, concimi, sementi, prodotti fitosanitari e di ammassare presso i commercianti. Ne piangeranno le conseguenze anche i comparti collegati a noi. Noi risparmieremo, ma quei comparti andranno anche loro sul lastrico. Ed i consumatori mangeranno prodotti esteri, ottenuti tramite l’utilizzo di prodotti chimici quali il glifosato, letali per la salute. Inoltre notiamo che tutti i derivati del grano, dalla pasta al pane fino ai biscotti hanno subito aumenti di prezzo spaventosi. Chi specula su tutto questo? Agricoltori impoveriti per i prezzi bassi e consumatori impoveriti dai prezzi troppo alti. Saranno tempi bui per tutti e forse solo allora verrà fuori il vero valore dell’ agricoltore, tutore del territorio e della salute dei consumatori. Fermiamoci, non sottostiamo a questa dittatura imposta dalle multinazionali. Ne va della nostra economia, della salubrità degli alimenti e della salute di tutti noi”.

Foodiverso: “Se gli agricoltori si fermeranno, sarà colpa di chi li ha costretti al silenzio e al fallimento”

Post sulla pagina Facebook Foodiverso: “La situazione è drammatica, e si è giunti a una conclusione inevitabile: i prezzi di vendita vergognosamente bassi del #grano accoppiati a costi di produzione alle stelle, stanno convincendo gli #agricoltori italiani, a non seminare nella stagione che sta per iniziare. Un tamtam sui social riporta a grandi linee questi messaggi: ‘Sospendere le semine, smettere di comprare gasolio e fertilizzanti, non alimentare più quel meccanismo che li sta soffocando’. Ma questa non è una battaglia corporativa: è una lotta per la nostra #salute, per la nostra sovranità alimentare, per il futuro del Paese. E se gli agricoltori si fermeranno, sarà colpa di chi li ha costretti al silenzio e al fallimento” (qui l’articolo di Paolo Caruso).

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