Ciro Lomonte: i 45 milioni di euro per gli extra costi sostenuti dai Comuni per lo smaltimento dei rifiuti non sono mai esistiti e il presidente Schifani lo sa benissimo

Il Segretario politico di Siciliani Liberi torna a mettere il dito sulla piaga. Ieri, per citare un altro esempio, sono ‘spariti’ i fondi del Programma GOL per l’occupazione

Ieri abbiamo raccontato che sono ‘spariti’ i fondi del Programma GOL per l’occupazione. Gli uffici della Regione siciliana hanno detto che c’è stato un problema con il sistema informatico. Il dubbio è che siano ‘spariti’ i fondi di questo Progetto relativi alla Sicilia, anche se non è da escludere che il ‘buco’ non riguardi solo la Sicilia. Anche i fondi del programma GOL fanno parte del Pnrr. Fondi europei del Pnrr che, secondo il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, sono ‘spariti’. Lomonte, questo, lo scrive da mesi. Di seguito alcuni suoi interventi:

Siciliani Liberi continua a citare casi di Comuni italiani lasciati senza i fondi del Pnrr ma la notizia rimane nascosta. Lomonte: “Il Pnrr non esiste più”

Nuova denuncia di Ciro Lomonte (Siciliani Liberi): la Cassa depositi e prestiti dovrebbe prestare ai Comuni i soldi del Pnrr che non arriveranno più

Il Governo Meloni annuncia l’arrivo della quarta rata del Pnrr. Ma Ciro Lomonte (Siciliani Liberi) insiste: “Il Pnrr è una presa in giro, i soldi non ci sono

“I soldi del Pnrr non ci sono, è tutta una farsa”. Nuova denuncia di Siciliani Liberi mentre gli esponenti di tutti gli altri partiti politici tacciono

I fondi del fantastico e immaginifico Pnrr? ‘Minchie di mare volanti’ che si stagliano nel cielo dell’Unione europea delle chiacchiere. I ‘casi’ di Palermo e Catania

Comincia a sbriciolarsi il muro del silenzio che fino ad oggi ha avvolto la beffa del Pnrr. Il giornale ‘europeista’ Corriere della Sera inizia con i dubbi…

‘Sti soldi europei ci sono? Siciliani Liberi insiste: il Pnrr è privo di fondi. Ma per Governo nazionale, Governo siciliano e Corte dei Conti è tutto regolare. Mah

Risanamento della costa orientale di Palermo: ma i 54 milioni di euro di fondi Pnrr ci sono o è la solita presa in giro ‘europeista’ che va in scena in mezza Italia?

In più c’è un documento ufficiale dell’Ufficio parlamentare del Bilancio della Camera dei deputati che certifica che l’Italia ha speso appena il 7,4% dei fondi del Pnrr (qui un nostro articolo con allegati i documenti ufficiali dell’Ufficio parlamentare del Bilancio di Montecitorio).

Quello che afferma Lomonte è suffragato da dati oggettivi e articoli di giornali nazionali e locali (come potete leggere sopra)

Noi crediamo a quanto afferma Lomonte, perché quello che scrive è suffragato dai fatti raccontati da altri mezzi d’informazione. Da quanto abbiamo capito, la cosiddetta ‘classe dirigente’ è impegnata a ‘parare il culo’ a una fallimentare Unione europea. Oggi Lomonte torna sulla questione: “A più riprese Siciliani Liberi ha spiegato come il Bilancio della Regione siciliana e quello dei Comuni siano dei documenti ormai privi di rispondenza alla realtà. Perché contengono alla voce Entrate poste di Bilancio palesemente inesistenti. Ovvero inesigibili, per usare un termine tecnico che nasconde la verità di fondo: si tratta di soldi che non ci sono né mai arriveranno. Così da un lato le assemblee elettive (Ars e Consigli comunali) votano passivamente i documenti scritti dai revisori contabili di Regione e Comuni. Ma poi il Governo regionale e le amministrazioni comunali si ritrovano concretamente senza soldi. È per questo che Siciliani Liberi ha spiegato che la presidenza di Renato Schifani come le sindacature di Roberto Lagalla a Palermo, Enrico Trantino a Catania e Federico Basile a Messina siano di fatto già concluse. E ogni settimana i fatti confermano concretamente le analisi di Siciliani Liberi”.

La sceneggiata napoletana sui 45 milioni di euro per gli extra costi sostenuti per lo smaltimento dei rifiuti dai Comuni

“Oggi dice sempre Lomonte – è la volta della Regione. Che dopo aver fatto finta di dare 45 milioni di euro ai Comuni per gli extra costi sostenuti per lo smaltimento dei rifiuti comunali, ha fatto esattamente ciò che fa Roma col Pnrr. Scrive decreti di ‘finanziamento’ cui non corrisponde poi un solo centesimo trasferito. ‘Chiedo al Governo regionale di individuare urgentemente le risorse’, ha detto il Sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, (foto sopra) che è anche presidente di ANCI Sicilia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Senza queste risorse, fa sapere Amenta, ‘è a rischio la stabilità finanziaria dei Comuni’. Si tratta infatti dei soldi previsti per il secondo semestre 2022 e per il primo semestre 2023, che i Comuni avevano tutti messo in Bilancio alla voce Entrate. E che adesso sono vuote. La Regione guidata da Schifani non ha certo tagliato i 45 milioni per motivi politici: vorrebbe al contrario sostenere i Comuni in ogni modo. Ha tagliato questi fondi perché non ci sono più. E questo è come previsto da Siciliani Liberi giusto il primo dei decreti di de-finanziamento. Perché il fondo FSC (Fondo di Sviluppo e Coesione) non esiste più. Così come non esistono i fondi del Pnrr. Il 2024 è e sarà per Italia e Sicilia l’anno della verità”.

Ha ragione Lomonte: il Castello di finanza ‘creativa’ inventata da Ue, Governo romano, Regioni e Comuni sta venendo giù

Per essere precisi, qualcosa nel Fondo di Sviluppo e Coesione ci deve ancora essere: ci saranno, sicuramente, i 2-3 miliardi di euro che il Ministro e ‘capo’ della Lega, Matteo Salvini, si è preso per avviare la realizzazione del leghista Ponte sullo Stretto di Messina. L’amara realtà è questa: in Sicilia, grazie alla Lega e ai siciliani che sostengono questa formazione politica nordista che ha sempre penalizzato il Sud e la Sicilia, il Ponte sullo Stretto di Messina viene prima del fallimento dei Comuni siciliani. Altri mezzi di informazione scrivono che i Comuni siciliani, per recuperare i 45 milioni di euro e non fallire, aumenteranno la TARI, la Tassa sull’immondizia. Non sarà così. Incassare ordinariamente la TARI in Sicilia è già difficile e, in alcuni casi, impossibile, perché la povertà dilagante non consente a tante famiglie e imprese di pagare questa Tassa. Non solo. La munnizza che ristagna in tante città siciliane – e anche al di fuori delle aree abitate – è tale che i cittadini non sono certo invogliati a pagare la TARI. In più c’è una legge che chi ‘mastica’ un po’ di economia conosce: aumentando le aliquote di tasse e imposte il gettito aumenta, ma questo avviene fino a un certo punto; quando gli aumenti delle aliquote superano un certo limite, senza soluzione di continuità si verifica una caduta del gettito, che è tanto più verticale quanto più elevato è lo ‘scassamento dei cabbasisi’ percepito dai cittadini. In altre parole, se l’aliquota della TARI dovesse aumentare, famiglie e imprese che non possono pagare non pagheranno, mentre molti cittadini accuseranno il fenomeno del ‘gonfiamento dei cabbasisi’ e non pagheranno la TARI anche avendo i soldi. Della serie, poi ce la vediamo con l’Agenzia delle Entrate; e passerebbe almeno un anno. Con i Comuni che resterebbero con il ‘culo a terra’. Ha ragione Lomonte: il Castello di finanza ‘creativa’ inventata da Ue, Governo romano, Regioni e Comuni sta venendo giù.

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